Quali prodotti vengono realizzati con la linfa di betulla?
Linfa di betulla. Non ha subito particolari trattamenti, al più vi sono stati applicati metodi per la conservazione (per es. pastorizzazione) che se ben fatti ne mantengono intatte le proprietà. Viene commercializzata come una bevanda funzionale (come l'acqua di cocco, per esempio).
Sciroppo di betulla. Simile allo sciroppo d'acero, è però lo sciroppo più costoso al mondo, in quanto servono oltre 100 litri di linfa per fare 1 litro di sciroppo. Un'altra differenza è la grande presenza di fruttosio al posto del glucosio. Si ottiene facendo evaporare l'acqua in eccesso con il calore (o in parte con macchine ad osmosi inversa).
Estratto idroalcolico di linfa di betulla. E' usato come integratore alimentare. Le proprietà vengono estratte lasciando la linfa in alcol e altre sostanze per una trentina di giorni.
Vino di betulla. Si fa fermentare la linfa in modo simile a come si farebbe per l'uva, dopo aver aggiunto zucchero, limone e batteri enologici.
Birra di betulla
Quali proprietà ha la linfa di betulla?
⚠︎ Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. Si tratta di proprietà tradizionalmente o comunemente attribuite oppure derivate da studi di cui non abbiamo potuto verificare la veridicità.
Svolge un'azione purificante e rigenerante, conosciuta dai popoli nordici fin dai tempi antichi.
Azione tonificante e rivitalizzante
Proprietà drenanti e depurative. Libera dalle scorie portandole dalla periferia agli organi depurativi e favorendo la diuresi. Aiuta il drenaggio linfatico e combatte la ritenzione idrica. Proprio perché combatte i ristagni aiuta contro gonfiori, edema e cellulite. Aiuta a eliminare acidi urici e depositi urinari, sabbia e calcoli, colesterolo e altre tossine dovute ad esempio a trattamenti farmacologici, diete dimagranti o alimentazione industriale. Contrasta i radicali liberi. Ha una azione diaforetica. Depura la pelle e molti altri apparati quali polmoni, stomaco, fegato, reni e sistema urinario. Sostiene l'apparato scheletrico e la salute dei capelli. Essendo drenante aiuta anche contro l'ipertensione.
Proprietà antitumorali e antibatteriche. L'azione principale è dovuta alla presenza di betulino e acido betulinico. Ovviamente anche il sostegno generale alle difese del corpo e l'effetto purificativo contribuiscono a creare un ambiente ostile allo sviluppo di batteri o altri agenti infettivi: ad esempio aiuta nelle uretriti e contro la candida.
Azione antinfiammatoria
Che sapore ha la linfa di betulla?
La linfa di betulla pura ha un sapore molto delicato. Sembra di bere acqua leggermente dolce. Talvolta ha un leggero sottofondo, ad esempio di erba medicinale o di bosco.
Purtroppo, per motivi di conservazione, alla linfa commercializzata viene spesso aggiunto l'acido citrico o ascorbico, producendo un sapore simile all'acqua e limone.
Quanta linfa di betulla al giorno posso bere?
Indicativamente 1 o 2 bicchieri al giorno. Tuttavia mi è capitato saltuariamente di berne anche molta di più senza effetti collaterali.
La raccolta della linfa di betulla
Come riconosco le betulle?
Le betulle si riconoscono dalla caratteristica corteccia bianca. La corteccia è ricca di brevi striature orizzontali scure. Scendendo nel dettaglio un segno inconfondibile è dato da una sottilissima e leggera pellicola che in alcuni punti si stacca dalla corteccia.
I rametti giovani sono rossastri, così come talvolta le sfumature della corteccia.
Le foglie sono di un verde chiaro brillante, seghettate ai bordi e di forma rombica o triangolare.
In Piemonte le uniche specie simili, con un tronco bianco, sono i pioppi. Tuttavia sono anch'essi commestibili ed inoltre molte varietà si distinguono per una corteccia molto scura e rugosa alla base (pioppo nero) o per una corteccia leggermente più marroncina e tassellata a forma di rombi (pioppo tremulo).
Si può raccogliere la linfa da qualunque specie di betulla?
Tutte le specie di betulla dovrebbero essere commestibili, cioè adatte alla raccolta della linfa. In particolare le specie ad alto fusto diffuse in Europa sono la Betula pendula e la Betula pubescens, entrambe adatte all'estrazione della linfa.
Quando?
In primavera, quando la pianta incomincia a risvegliarsi, ma prima che inizi a mettere le prime foglie. Indicativamente a marzo, ma a latitudini maggiori la raccolta può avvenire anche successivamente (ad es. a metà aprile in Alaska).
Infatti in questo periodo le betulle richiamano verso l'alto le riserve accumulate nelle radici a fine estate.
Per quanto tempo?
Il periodo di raccolta dura 2 o 3 settimane. Tuttavia vari fattori possono influenzare la durata: per esempio una raccolta sterile aumenta la durata del raccolto, in quanto si evita che la pianta reagisca alla presenza di batteri chiudendo i canali linfatici.
Come?
Si pratica un taglio o un piccolo foro inclinato leggermente verso l'alto nel tronco della pianta. Da lì, se il periodo è giusto, entro pochi secondi inizia a sgorgare della linfa che può essere raccolta.
Per evitare che il liquido coli lungo il tronco della pianta, nel foro è possibile inserire un beccuccio o un tubo alimentare per facilitare la raccolta della linfa conducendola in un secchio o in un altro recipiente.
Che dimensioni deve avere il foro?
Più grossa è la dimensione maggiore è il raccolto. Tuttavia bisogna assolutamente evitare di danneggiare la pianta, che potrebbe risentire di fori eccessivamente grandi.
Per questo i diametri comunemente usati vanno da 5/16 a 7/16 di pollice (circa 8 e 11 mm rispettivamente). La profondità è di circa 4 cm. Cioè si seguono le stesse misure utilizzate per la raccolta della linfa dall'acero. Queste dimensioni sono assolutamente rispettose della pianta che non subirà alcun danno e provvederà da sola a rimarginare il foro.
Quanto in profondità va inserito il beccuccio?
Il beccuccio (o il tubo se si usa direttamente) va inserito giusto quanto basta perché rimanga in posizione e che raccolga la linfa (es. 1 cm). Non va assolutamente inserito fino in fondo al foro, altrimenti chiuderebbe i canali da cui fuoriesce la linfa, bloccando il raccolto, o comunque la linfa colerebbe all'esterno del beccuccio. Inoltre non deve essere pestato dentro a forza, altrimenti si potrebbero creare delle spaccature nella corteccia difficili da rimarginare.
La raccolta danneggia la pianta?
No. La pianta diminuisce solo l'afflusso della linfa intorno al foro. Nei paesi nordici ci sono piante che vengono utilizzate tutti gli anni per la raccolta e vivono decenni.
Che dimensioni deve avere la pianta?
L'ideale sarebbero betulle di almeno 20 cm di diametro.
E' possibile fare fori multipli sulla stessa pianta?
Se la pianta è di grandi dimensioni è possibile praticare anche due fori nella stessa stagione, con l'accortezza di spostarsi sia lateralmente (es. 20 cm) sia verticalmente (es. 30 cm).
Il discorso dello spostamento vale anche quando si raccoglie da una pianta già utilizzata in passato. Infatti la pianta tende a chiudere i canali che trasportano la linfa nelle vicinanze di un foro precedente.
Devo richiudere il foro per proteggere la pianta?
Sentirete alcuni che per proteggere la pianta dopo la raccolta richiudono il foro con un pezzo di legno. Tuttavia questo è sbagliato perché un corpo estraneo nella pianta (così come lo sarebbe nel nostro corpo) è un veicolo per le infezioni. Molto meglio è lasciare che la pianta si rigeneri da sola. Infatti, se il foro praticato è delle giuste dimensioni, sarà completamente rimarginato entro 1 o 2 anni (per es. un foro da 3/8" sarà richiuso in meno di un anno).
Dove posso trovare l'attrezzatura?
Trapano, tubi e recipienti alimentari sono di facile reperibilità in qualunque ferramenta. Tuttavia se si vogliono utilizzare i beccucci (spile sarebbe il termine inglese proprio) che si utilizzano anche per la raccolta dell'acero, sono molto difficili da trovare in Italia. Conviene farli arrivare da paesi come gli USA dove il tapping è diffuso.
La conservazione della linfa di betulla
Quanto tempo si conserva la linfa fresca?
La durata va da circa 2 giorni a meno di una settimana a seconda che sia tenuta al fresco o meno.
Da cosa si capisce che è deteriorata?
La linfa appena sgorgata è piuttosto dolce e trasparente. Passando il tempo tende ad inacidire e diventare torbida.
Quali metodi di conservazione esistono?
Mantenere la linfa al fresco (durata 5 o 6 giorni)
Microfiltraggio (durata 3 settimane)
Pastorizzazione (durata 1 anno). La pastorizzazione HTST è molto utilizzata a livello industriale e consente di mantenere inalterati la maggior parte dei benefici e delle proprietà (a risentirne sono principalmente le vitamine, come la C, che viene ridotta a circa un terzo).
Aggiunta di sostanze acide quali acido citrico o acido ascorbico (vitamina C). Per es. mezzo grammo per litro di acido ascorbico oppure 30 ml per litro di succo di limone. La linfa appena raccolta infatti avrebbe un ph neutro o solo leggermente acido (da 7,5 a 5,5 a seconda del periodo).
Raccolta asettica (durata 1 anno). E' attuata con attrezzature sterili e consiste nel ridurre al minimo il contatto con l'aria. Infatti la linfa che sgorga dalla pianta è di per sé sterile.
Congelamento a -25C° (durata 2 anni)
Fermentazione (utilizzata per es. nel vino di betulla)
Spesso vengono utilizzate combinazioni di più metodi. Ad es. la pastorizzazione può essere associata all'acidificazione, in quanto la prima riduce le cariche batteriche, mentre la seconda garantisce un ambiente in cui le spore non possono svilupparsi.